martedì, ottobre 13, 2020

GIACINTO PLESCIA ontology-art

 


............................. lì nella radura diradanza si dà quale gestell postikonoklasta-che-resta-invisibile-inaudita-indicibile, mai-vista, mai-sentita, mai-detta, ontovisione mai-visibile allo sguardo paradigmatico ontoteologico ed epistemico, ontosonanza mai prima d’allora risuonante che si discopre solo alla presenza della con-temperanza del musagete-postmitoklasta e postikonoklasta-ontopoietico dell’aletheiapoiesis ikonopoietica delle muse-postmuse.  

L’ikonapoiesis custodisce l’enigma dell’opera d’arte, cura e krypta l’indicibile dell’esser-arte, svela alla mondità e all’esserci l’evento dell’esser-creata-arte del musagete-sempre-postepistemico-postikonoclasta-postmitoclasta-postmuse che getta e progetta l’aldilà in con-temperanza dell’ontovisione delle muse-dismuse-postmuse-dell’essere, dell’interesserci-postinteresserci, dell’interessere-postinteressere: o con più pregnanza all’essere-che-resta-invisibile o all’essere-che-resta-inaudito o all’essere-che-resta-indicibile o che fin allora era-invisibile, era-inaudito, era-indicibile, e che si disveli lì ed aldilà in essere che si eventui nell’ontosonanza e ontovisione dell’ontikona o nell’ikonapoiesis o nell’imagopoetante dell’essere musa delle post-muse-in-essere-create dall’arte. Lì in quell’essere-per-la-fine dell’arte o con-figura-disfigura-postfigura delle configurazioni postikonoklaste o in quell’essere-per-la-fine-dell’essere che è ancora invisibile-inaudito-indicibile-abissale-kaosmico si disveli l’evento dell’essere per la fine della morte o dell’essere per la fine della morte-dell’arte quale ikonapoetante dell’essere per la vivenza dell’essere o dell’essere per la vivenza dell’esser-arte-postikonoklasta-post-mitoklasta o dell’essere per la vivenza dell’opera d’arte post-muse o dell’essere per la vivenza della verità nella messa in opera dell’essere arte del musagete-postmitoklasta in contemplanza delle muse-dismuse-postmuse dell’essere. Lì si dà l’evento della com-prensione dell’essere quale ontoepistemica dell’essere-verità-dell’arte, lì si getta il pro-getto ontologico dell’ikonapoiesis-postikonoklasta-postmitoklasta dell’essere-arte-della-verità-dell’essere, dell’essere-arte-dell’aletheia-dell’essere, dell’essere-arte-della-disvelanza-dell’essere. È il pro-getto ontologico dell’essere che si eventui quando gli dei-disdei abbandonano la mondità e la mondanità e l’esserci e l’essere nel mondo per fuggire-disfuggire nel mito o nell’iconoclastia, lì nel medesimo istante l’essere abbandonato dagli dei abbandona gli dei alla loro destinanza ontopoietica per lasciare libertà d’essere alla disvelatezza dell’origine dell’opera d’arte, per essere solo arte dell’essere e mai più solo arte contemplante gli dei in fuga-disfuga ontoteologici, iconoclasti, idola della mondanità. Lì l’essere abbandona gli dei ed è abbandonato dagli dei, ma in quella diradanza vuota, in quella radura-diradanza s’eventua il progetto ontologico dell’essere arte dell’essere: l’arte consente l’onto-visione e l’ontosonanza dell’essere, quale ontologia dell’arte dell’essere-che-mai-non-c’è, ma che c’è sempre e sempre ci sarà il video: ontology-ikonex ontologia dell'opera-arte http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=3722800952699170506&hl=it

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