lunedì, ottobre 12, 2020

Hölderlin abgrund

 





versi di  Hölderlin: là dov'è il pericolo,
cresce anche la salvezza.  
E i primi veri poeti della modernità confermano questa idea di una prova iniziatica, che a loro perché vietata: nel Battello ebbro Rimbaud si augura che il battello della sua mente-corpo sia squassato dalle tempeste e che la sua chiglia scoppi, ma cade in una quieta disperazione quando scopre che il naufragio rigeneratore è un sogno
in fondo all'abisso, nel solo naufragio che può condurre ancora al nuovo,
ma il nuovo è possibile solo pagandolo con la morte: O Morte, Vecchio Capitano, leviamo l'ancora.
In forme variate all'infinito il tema di Ulisse che sopravvive per narrare non finisce, e arriva fino al Melville di Moby Dick: un immenso flashback narrato da Ismaele, il solo scampato al naufragio. 


Ma mentre raccontava l'ultima epica del naufragio nel Male, Melville stava inventando con Bartleby lo scrivano un'altra figura di
naufragio, totalmente moderna e metaforica: il naufrago nell'ano-
nimato del lavoro meccanizzato, il sopravvissuto perso in un mon-
do estraneo, l'impiegato universale privato dell'avventura e la cui
sola resistenza al male � un lapidario �preferisco di no�.
Il vecchio Melville, ex marinaio e scrittore fallito arenato per vi-
vere in un impiego alla doganadiNew York, hacapito che i viaggiso-
no finiti, e i naufragi sono ormai di altraspecie. In^lmericaKafkafar�
naufragare Karl Rossman nell'immensit� spersonalizzata dell'A-
merica, e lo definir� "il disperso"; l'uomo di Sartre rester� chiuso in
una stanza, naufrago nel Niente e nella Nausea; F Io di Heidegger si
perder� nell'Abgrund, l'abisso senza fondamento, o affogher� nel-
la Chiacchiera; e, sepolto in una buca, immobile, con solo la testa
fuori dal deserto, il sotto-essere di Beckett racconter� in Giorni/eli-
cila fine frivola e banale di ogni sublime.
Fine di tutto? No, qualcosa ancora gallegger� della vecchia me-
tafora, affiorando in uno dei rari grandi poemi postmoderni, La fi-
ne del Titanic di Hans Magnus Enzensberger, dove, nell'anno di
piombo 1978, si racconta il naufragio delle illusioni di progresso e di
democrazia della Modernit�, con un sopravvissuto che come Ulis-
se parla, maparlaunalingua indecifrabile: �Non era n� un morto n�
un Messia, e nessuno comprese quel che diceva�. Quel che diceva
lo scampato del Titanic Io capiamo appena oggi, nel naufragio che
nessuno vuole vedere e chiamare con il suo nome: forse gli scam-
pati e i dispersi che siamo hanno ancora molto da raccontare.
Un rito di passaggio per il quale
valgono i versi di H�lderlin

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